Pignoramento della prima casa: quando è possibile?

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Pignoramento della prima casa: quando è possibile?

Il pignoramento è un’espropriazione forzata di un bene con cui il creditore può ottenere un risarcimento in caso di debitore inadempiente. Il timore principale di un debitore è il rischio di pignoramento della propria casa ma a seconda del tipo di debito contratto, se privato o erariale, la procedura è diversa. 

Quando è possibile pignorare la prima casa?

La prima casa è pignorabile nel momento in cui il creditore è un soggetto privato, come ad esempio una banca o un istituto di credito. Nel caso di debito di natura privata, la casa è sempre pignorabile e non esiste alcuna tutela per il debitore, quindi l’espropriazione forzata può essere richiesta per qualsiasi importo e senza alcuna preclusione, come la presenza di minori o disabili. 

La prima casa può essere pignorata per debiti erariali?

Se il debito è di natura erariale, cioè nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, la legge prevede delle condizioni a tutela del debitore. Nello specifico, la legge 69/2013 riconosce il divieto di pignoramento della casa in presenza delle seguenti condizioni:

-la casa deve essere l’unico immobile di proprietà del debitore;

-l’immobile deve corrispondere al luogo di residenza del debitore;

-l’immobile deve essere accatastato come abitazione civile (cat. A) e non di lusso ( cat. A1, A8 e A9).

La casa, quindi, non può essere pignorata ma solo alle condizioni elencate e solamente se è l’unico bene immobile del debitore. In caso contrario, L’Agenzia delle Entrate può pignorare il secondo immobile e se questo non dovesse coprire il debito, può pignorare anche la prima casa. Ma questo può avvenire se il debito e il valore totale degli immobili supera i centoventimila euro e solo a seguito della possibilità di rateizzare l’importo dovuto. 

Chi può pignorare la prima casa?

In caso di debito di natura privata, la prima casa può essere pignorata da una banca ma anche da un’azienda o da un famigliare. La legge in questo caso non tutela in alcun modo il debitore, il quale però può vendere l’immobile per poter saldare gli importi dovuti. Se i debiti superano i ventimila euro, oltre al pignoramento, è possibile anche iscrivere al pubblico registro un’ipoteca sull’unico immobile del debitore, il quale può liberamente usufruirne ma, in caso di una procedura espropriativa, garantisce il diritto di prelazione al creditore. 

Qual’è la procedura per il pignoramento della prima casa?

Il procedimento di pignoramento può avere inizio solo quando il creditore è in possesso di un titolo esecutivo, cioè una sentenza o decreto ingiuntivo che deve essere notificato al debitore. Il creditore poi dovrà notificare l’atto di precetto, ossia l’invito a pagare il debito entro entro dieci giorni. Se ciò non avviene, entro novanta giorni verrà notificato l’atto di pignoramento immobiliare tramite un ufficiale giudiziario. Il pignoramento si effettua anche in caso di casa cointestata, in quanto viene fatto sull’intero immobile, ma è prevista la restituzione della metà del prezzo al coniuge non debitore. 

Cosa fare per non farsi pignorare la casa?

Ogni singola situazione richiede un’analisi accurata da parte di professionisti, ma in generale, per poter tutelare i propri beni, bisogna valutare la propria situazione patrimoniale per trovare una soluzione prima dell’insorgere di eventuali problemi. I principali metodi possono essere l’assegnazione dell’ immobile ad un familiare, attraverso un atto notarile di donazione o cessione per cambiare la proprietà dell’immobile oppure la costituzione di un fondo patrimoniale. In ogni caso, questo tipo di valutazioni devono essere intese preventivamente e non dopo l’insorgere di inadempienze e comunque sotto la supervisione di un avvocato specializzato in diritto immobiliare.